Storia

Ripercorri le tappe principali che hanno permesso la nascita di Zeocoltura

Io, un po’ digital e un po’ rural

Non è strano che a parlarvi di una nuova agricoltura sia un designer industriale? Beh, comunque sia eccomi qui! Sono Vittorio Arenella, classe 1978, faccio il progettista digitale da oltre 20 anni. Nel 2013 qualcosa è scattato in me e ho iniziato a pensare che il mondo digitale e quello reale si stavano allontanando troppo, così ho deciso di fare la mia parte nel settore dell’agricoltura cercando di innovare. Ma come fai a innovare se non conosci? E come fai a conoscere l’agricoltura se non fai? Impossibile! E da qui è partito il mio viaggio fatto di nuovi luoghi, personaggi, progetti e tanto sudore sul campo. Unico obiettivo: produrre cibo sano con il minimo impatto sull’ambiente!

Insieme in ogni avventura

Dove si può mai andare senza avere un vero amico con cui condividere il percorso? Con Domenico Molinari, fotografo apprezzatissimo, non è la prima avventura innovativa che ho vissuto; la nostra amicizia è davvero speciale ed è il dono più grande che una persona possa ricevere. Tante sono state le sfide che ci siamo posti nella nostra vita per essere sempre con un piede nel futuro. L’agricoltura è stata la nostra salvezza perché ci ha fatto dedicare tutto il nostro tempo libero alla terra contagiando molte persone. Quando si tratta di scendere “in campo” nel suo vigneto di Laurino (SA), Domenico si trasforma in “Zì Michele” e l’avventura ha inizio.

Più uniti con la zeolite

Impossibile citarli tutti ma la storia di Zeocoltura vive in ogni persona che mi ha aiutato a sciverla lavorando duramente nei campi o sostenendomi in altro modo. Ringrazio tutti quelli che hanno fatto parte di questa avventura fatta di amicizia, natura e zeolite.

Caselle in Pittari e il #campdigrano

Il Campdigrano a Caselle in Pittari (SA) è in assoluto l’evento che in ciascuno di noi ha cambiato il modo di vedere le cose e di approcciare all’agricoltura del futuro. Sono stati giorni intensi in cui persone provenienti da tutta Italia, di estrazione completamente diversa, si sono immersi nel mondo rurale ripercorrendo l’intero ciclo del grano dalla raccolta al pane. Un’occasione unica per riflettere e confrontarsi sulla responsabilità che comporta ogni “atto agricolo” sulle generazioni future.

 

noocleo e #terramia

#terramia è un nuovo concept per la ruralità ideato da noocleo, l’Associazione che ho fondato insieme a tanti amici professionisti. #terramia promuove i produttori della #cumparete e lancia un nuovo slogan “IL MARCHIO SONO IO”. Le riunioni gastrosofiche fatte nella sede di noocleo sono ricordi indimenticabili di confronto e di crescita che hanno dato vita a molte idee e progetti, oltre che legami umani indissolubili.

Angelo Avagliano, il BioGuru

L’incontro con Angelo Avagliano è stato come una nave rompighiaccio. Angelo è l’iniziatore di una corrente di cambiamento sociale nota a tutti come “Cumparete“, inventore della prima “Ciucciopolitana” e tante altre iniziative assolutamente degne di una mente superiore, non ultima il recupero del grano antico cilentano “Carosella“. Devo molto ad Angelo non solo per i suoi preziosi insegnamenti in Agricoltura Organica Rigenerativa, ma soprattutto per essere stato un maestro di Vita, apparentemente severo e burbero ma con un cuore enorme. Angelo contrastava tutti i tecnologici e gli innovatori; con me è stato diverso perché il mio intento era solo quello di imparare per poi un giorno, forse, proporre. È stato e sempre sarà il mio BioGuru oltre che un amico sincero.

 

Slow Food, i bosconauti e la ruralità 2.0

Michele Sica è per me un vero esempio di downshifting. Il nostro incontro è stato incredibile perché stavamo cercando qualcosa di simile ma in direzioni diverse. Così Slow Food, e in particolare i nostri amici in comune Mauro Avino e Alfonso Tortora, si interessano alle nostre storie ed organizzano questa memorabile intervista su Rai 3 che rappresenta il nostro manifesto mediatico al cambiamento. Un modo per dire al mondo che è ora di cambiare e di parlare di innovazione verso un “futuro arcaico” (cit. Angelo Avagliano).

Maurizio, l’ingegnere invisibile

Scovare questa foto non è stato affatto facile. Maurizio Parmentola è senza dubbio un super eroe dell’infomatica e ha anche il super poter di essere invisibile. Non ricordo un solo giorno in cui Maurizio non ci sia stato nella mia vita negli ultimi 10 anni, ma paradossalmente pochissime volte ci siamo incontrati di persona. Da remoto abbiamo inventato cose incredibili come Ortotica (la domotica applicata all’orto), la piattaforma per l’Internet delle Cose, e abbiamo lavorato insieme a centinaia di progetti assurdi come quello in cui bisognava far diventare uno smartphone una stampante 3D. Maurizio è un prezioso amico ed è anche la mia metà tecnologica, insieme siamo una squadra invincibile e non c’è sfida informatica che ci spaventi. Lavorare con Maurizio è divertente, stimolante, sfidante. È come tornare bambini e continuare a sognare, con la differenza che tutto ciò che ci passa per la testa lo realizziamo davvero! Ogni riga di codice dei software che ho usato per gli esperimenti sulle zeoliti è scritta da Maurizio e di questo ne sono molto fiero.

Ortotica, l’orto domotico

Il termine “ortotica” non era mai stato usato da nessuno, se non in qualche saggio futuristico. Sono stato io il primo ad utilizzarlo per un progetto concreto, e dopo pochi mesi la Treccani ne diede la sua definizione: “applicazione di tecniche e metodi elettronici e informatici alla coltivazione di orti e giardini”. Ortotica nasce dalla mia grande passione per le piante e la passione per l’informatica di Maurizio Parmentola, il tutto incubato all’interno di noocleo e della rete di imprese Fonderie Digitali. Ma cos’è davvero Ortotica? È un modo semplice per trasferire l’intelligenza di un esperto coltivatore (umano) ad una macchina che esegue tutti i compiti alla perfezione e permette di monitorare l’andamento di ogni cosa tramite Internet, proprio come la domotica, ma applicata alle coltivazioni. Irrigare, fertilizzare, ventilare, ossigenare e tanto altro. Ho applicato subito Ortotica alle coltivazioni idroponiche in zeolite per avere dati con precisione scientifica. Grazie al successo di Ortotica, Maurizio ed io, abituati alla scrivania, ci siamo trovati in immense distese agricole a collaudare impianti enormi gestiti dalla “nostra” tecnologia… il sogno di due bambini NERD si era realizzato.

Clara e la prima carriola

Clara Ianniciello entra nella mia vita e con sé porta il vero amore e la mia prima carriola! È l’oggetto a cui sono maggiormente affezionato, oltre alla mia amata Passat del 1999. Clara ed io abbiamo vissuto tante avventure entusiasmanti e resistito a tante difficoltà insieme, dedico a lei il mio lavoro sulla Zeocoltura per avermi sostenuto e atteso nelle lunghe assenze dovute a giornate intere passate in campo a sperimentare e trovare nuove soluzioni. Clara condivide con me l’interesse per le zeoliti, infatti è una collezionista di piante succulente rare il cui substrato è rigorosamente ammendato con Zeolite Chabasite granulare.

 

Vincenzo, la villa e la zeolite

Il luogo in cui davvero tutto ha avuto inizio è un luogo magico, esattamente come il minerale che è alla base della Zeocoltura. Quando ho incontrato Vincenzo Coppola, Villa Ravaschieri a Roccapiemonte (SA) era poco più di un rudere che attendeva mani sapienti per far esplodere la sua indescrivibile bellezza che oggi, dopo immensi sacrifici, è possibile ammirare. Vincenzo è stato il primo a nominare la parola “zeolite” nella mia vita racontandomi di come utilizzava il minerale per pacciamare e tenere umido il suolo del suo roseto e agrumeto ed invitandomi ad impiegarlo nei miei primi esperimenti idroponici.

Via Lavinaio

Passeggiando per una strada di collina (ex letto di un lavinaio) nei pressi di Carifi di Mercato San Severino (SA),  ho notato che sugli antichi argini, realizzati in tufo, la vegetazione cresceva rigogliosa e senza un briciolo di terra. Allora, immedesimandomi nel mio omonimo Victor Frankenstein,  mi sono detto: si può fare! Le piante crescono sulle pietre anche in natura! Solo più tardi ho scoperto che quel tufo era ricco di zeoliti con grande quantità di Chabasite e Phillipsite. Da quel giorno non ho smesso di fare esperimenti, anche quelli più assurdi.

Francesco e la Zeolite, quella buona

Dopo Vincenzo Coppola, la seconda “zeolite miliare” è senza dubbio Francesco Apostolico, ingegnere chimico alimentare, imprenditore noto nell’industria mineraria e grande esperto di zeoliti. Grazie a Francesco ho approfondito le proprietà chimico-fisiche delle zeoliti ed ho potuto avere a disposizione grandi quantità di materiale per condurre i numerosi esperimenti. Ho condiviso con lui i primi risultati delle mie colture idroponiche in full “zeolite” e con il tempo abbiamo messo appunto anche le giuste granulometrie da utilizzare per ogni tipo di applicazione, dall’agricoltura biologica all’idroponica fino ad arrivare alla mia Zeocoltura. Delle tante zeoliti che ho testato, quelle proposte da Francesco sono risultate sempre le migliori in assoluto, soprattutto i grani ottenuti da pietre di cave tufacee con prevalenza di zeolite a Chabasite per effetto ammendante.

L’orto da remoto alla Maker Faire

Tra i corridoi della Maker Faire 2014 spunta all’improvviso Matteo Campofiorito, amico e giornalista di Green Style. È interessato al progetto Ortotica perché è il primo sistema completamente automatizzato per coltivare e monitorare un orto da remoto. Così, mi chiede di spiegarlo con parole semplici.

Il folle che coltiva nelle “pietre”

Di solito, un inventore ha un laboratorio segreto; ma io che sono un pazzo, ho deciso invece di farlo alla luce del sole. L’Avv. Loreto e sua figlia Tania, che non smetterò mai di ringraziare, mi hanno concesso il loro triangolino di terra inutilizzato con l’obiettivo di riqualificarlo. Così ho dato il via ai grandi lavori del laboratorio di coltura fuori suolo Ortotica, detto anche “giardino impossibile” visto il suo stato iniziale. Riccardo Siani, garden designer, ed io avevamo avuto una visione su come sarebbe potuto diventare quel posto; dopo tanta fatica, e grazie all’aiuto di tantissimi amici, quel sogno diventò realtà. Gli esperimenti negli orti, realizzati completamente con grandi quantitativi di zeolite granulare 6-15 mm, hanno acceso per anni la curiosità di tantissimi passanti che forse ancora oggi ricordano quel “folle che coltivava nelle pietre”. In quel piccolo pezzo di terra a Casali di Roccapiemonte (SA) ho lasciato il mio cuore e da lì ho fatto partire la mia silenziosa, ma vistosa, rivoluzione.

Ortotica: “sembra un prurito e invece…”

Un progetto davvero innovativo non poteva che essere presentato insieme al folle amico di sempre e progettista geniale Filippo Moroni. Ecco come Filippo ed io ci siamo ritrovati all’improvviso a presentare il progetto Ortotica ai Fatti Vostri su Rai 1, al grande pubblico! Il commento graffiante di Giancarlo Magalli “sembra un prurito” ci fa ancora oggi sorridere, e l’enorme consenso ottenuto mi ha trasferito la giusta grinta per continuare ad innovare.

Gaetano e la tecnologia virtuosa

Quel giorno Francesco Apostolico non mi aveva avvisato che sarebbe venuto in compagnia di Gaetano Cataldo e con mia grande sorpresa ho conosciuto un professionista davvero colto e gentile. Gaetano, navigante e sommelier professionsita, ha mostrato subito un grande interesse per quello che stavo cercando di fare e mi ha proposto un’intervista. Quando Gaetano mi ha fatto leggere la bozza ho capito che aveva letto il mio cuore redigendo in assoluto la migliore intervista della mia vita. Gaetano ha spiegato benissimo cosa mi ha spinto ad avvicinarmi alla terra e le ragioni più profonde di molte scelte della mia vita, non ultimo il mio grande interesse per le zeoliti.

Lo studio biointensivo

Durante l’estate del 2015 non ho fatto altro che passare dal libro alla zappa approfondendo le tecniche degli orti biointensivi ottenuti smuovendo la terra fino a 60 centimetri di profondità! Angelo Avagliano mi aveva più volte invitato a trascorrere del tempo presso la sua dimora Tempa del Fico a Laurino (SA). Ho capito solo dopo che l’invito era per faticare duramente e non era affatto una vacanza rilassante… ma senza dubbio la migliore esperienza estiva della mia vita.

Nello e l’agroindustria

Quando ho conosciuto Nello Torino era Presidente del Distretto Industriale Agroalimentare Nocera Inferiore – Gragnano. Nello ha portato per anni le eccellenze del territorio campano in giro per il mondo; parliamo dei grandi pastifici, caseifici e industrie conserviere più apprezzati d’Italia. Nello si interessa al mio lavoro, mi presenta al mondo dell’agroindustria e tutte le porte si aprono, prima di tutto per la sua grande generosità e poi per la curiosità che le mie ricerche suscitano nelle menti degli imprenditori. Oltre ad essere un caro amico di famiglia, è stato il degustatore ufficiale dei primi frutti del mio lavoro ed è ancora vivo! Grazie di tutto Nello 🙂

Nella valigia sempre un po’ di zeolite

Ho percorso l’Italia in lungo e largo partecipando a molti eventi di accelerazione per start-up con Ortotica, o ad eventi di divulgazione scientifica in cui, con grande umiltà, non essendo un laureato in scienze agrarie né un ricercatore universitario, ho riportato i risultati ottenuti dai miei esperimenti sulle zeoliti. Non ero in cerca di soldi – anche perché in Italia si sa che di investitori veri non ce ne sono – ma cercavo idee, spunti e soprattutto confronto. Solo così ho potuto capire che quello che stavo facendo era davvero innovativo, potevo iniziare a dire qualcosa di nuovo che avrebbe aiutato le aziende a migliorare la propria produzione, grazie alle mie tecniche di coltivazione con zeolite, che oggi chiamiamo Zeocoltura.

Ferriplastic e l’agricoltura innovativa

E’ stato Rosario Rago della Rago Group a presentarmi il team Ferriplastic e c’è stata fin da subito un’intesa incredibile. Roberto Siani, Rocco Navarra ed io siamo diventati nel giro di pochi giorni una squadra affiatata, e grazie a loro ho capito che i miei studi sulla zeolite potevano avere uno sbocco commerciale. Ferriplastic ha da sempre una forte anima innovativa, e fondendo la loro trentennale esperienza nel settore dell’irrigazione professionale in agricoltura, l’esperienza informatica di Maurizio Parmentola e le mie conoscenze in disegno industriale e ovviamente sulla zeolite, abbiamo subito iniziato a prototipare nuovi tipi di impianti completamente gestisti dall’elettronica e nuovi tipi di coltivatori adatti alla zeolite e progettati per una agricoltura innovativa e soprattutto sostenibile.

L’armadietto di zeolite

Subito dopo aver diffuso il “verbo della zeolite” anche in Ferriplastic, ho percepito che qualcosa di strano sarebbe accaduto. Roberto Siani un giorno viene da me e mi dice: “Voglio fare un armadietto pieno di zeolite che coltiva piante, si può?” Ed io: “Ovvio che non lo so, ma la cosa è folle quindi facciamolo!“. Divertimento all’ennesima potenza e professionalità da vendere tra l’esperienza del sig. Rosario Siani e la competenza tecnica di Rocco Navarra e, non ultima, la grande abilità ad attaccare gli adesivi a fine progetto di Roberto… Ah Ah Ah! Tra noi va così, è un prendersi in giro e sminuirsi da anni! L’orto verticale 1.0 (il famoso armadietto) è un enorme intercapedine di oltre 400 Kg di zeolite con dei vasi a forma di tubo che fuoriescono dalla struttura. È un sistema a ciclo chiuso, dotato di cisterna e sistema di irrigazione intelligente completamente automatico: un dispositivo pensato per tutti i pollici NERI! I risultati sono incredibili e gli ortaggi sembrano di plastica, e tutti già fanno cattivi pensieri: O.G.M.? Ormoni? Bombe di fertilizzanti e metalli pesanti? Niente di tutto questo… solo acqua (senza sprecarne una goccia), nutrienti di base e tanta, tanta zeolite.

ZeoVertical Grow

Dopo gli incoraggianti risultati del primo coltivatore idroponico in zeolite, Roberto ed io abbiamo deciso di dare vita ad un vero e proprio prodotto, così abbiamo progettato ZeoVertical Grow, un coltivatore verticale da 33 vasi. Realizzato completamente in materiale plastico per uso alimentare e zeolite, ZeoVertical è capace di coltivare in completa autonomia piante e fiori in pochissimo tempo. Il segreto, oltre che nella zeolite, è nel sistema di irrigazione a ciclo chiuso che permette alla zeolite di restare bagnata senza mai raggiungere una saturazione completa, mantenendo un equilibrio perfetto tra umidita, elementi nutritivi e una forte ossigenazione grazie agli spazi vuoti lasciati dalla zeolite chabasite con granulometria 6-15 mm, riuscendo inoltre a risparmiare oltre il 90% d’acqua! Ovviamente il sistema ha una versione miniaturizzata di Ortotica e svolge tutte le azioni di irrigazione attraverso un algoritmo controllabile e modificabile da un sito Internet. Ho curato anche l’estetica del prodotto poiché, si sa, l’occhio vuole la sua parte… in fondo sono sempre un designer industriale!

Il richiamo della terra

Quell’anno Clara ed io abbiamo deciso di lasciare tutto e andare a vivere in collina a Carifi di Mercato San Severino (SA), prendendo una casina piccina picciò con annesso un terreno di circa 300 mq. Avere un terreno a pochi passi da casa non ha prezzo e mi ha permesso di sperimentare in maniera davvero intensa ogni possibile applicazione delle zeoliti in campo aperto. Ancora oggi è il mio laboratorio in cui conduco i miei esperimenti sulle granulometrie e sulle ricette per l’applicazione fogliare di zeolite micronizzata.

ZeoVertical Farm

Le ZeoVertical Grow inizia a dare davvero incredibili risultati ma come fare per trasportare un intero monoblocco di 500 Kg di zeolite? Così con il team di Ferriplastic abbiamo deciso di progettare un sistema modulare per l’agroindustria ma anche semplicemente sul balcone di casa. Nasce ZeoVertical Farm il primo sistema di coltivazione verticale in zeolite. Si tratta di un sistema composto da canale di PVC alte 2,5 metri. Una struttura imponente e molto bella da vedere. Coltivare in verticale in modo intensivo comporta fare molti calcoli sulle inclinazioni per consentire alle piante di ricevere la stessa luce senza creare ombra a vicenda. Dopo tanti esperimenti e ovviamente insuccessi ce l’abbiamo fatta,  abbiamo ottenuto i risultati del modello monolitico precedente ma con un fattore di moltiplicazione davvero impressionante: in una superficie piana di circa 5 mq siamo riusciti a coltivare oltre 150 cespi di verdura di altissima qualità.

Villa Canali o Marte?

Una nuova sfida ci attendeva: coltivare fragoline di bosco in un fitotrone con ZeoVertical Farm. Era la prima volta che usavo le luci GrowLed e sicuramente io non avevo progettato il sistema per questo utilizzo essendo un fanatico della sostenibilità. Detto fatto, un pò di calcoli, i professionsiti giusti,  ed eccoci a Reggio Emilia a Villa Canali. Quando siamo entrati per la prima volta nel fitotrone, ovvero una cella a temperatura controllata, vestiti come astronauti, sembrava davvero di essere su di un altro pianeta. In soli due mesi da stolone le fragoline hanno preso vigore e hanno iniziato a produrre senza sosta. Devo ricoscere che non ci credevo nemmeno io perchè riprodurre le condizioni climatiche del sottobosco non è per niente facile, ma la zeolite è stata l’ingrediente segreto ed il risultato è stato sorprendente anche per gli agronomi più esperti.

Zeovertical a Striscia la Notizia

Zeovertical fa parlare di sé, e dalla periferia di Battipaglia (SA) la notizia si diffonde fino ad arrivare a Cristina Gabetti, giornalista di Sriscia la Notizia sempre con un “occhio al futuro“, che ci intervista a Roma davanti al meraviglioso Belvedere del Gianicolo. L’interesse è tutto sulla zeolite e il modo in cui noi la usiamo. Roberto Siani ed io spieghiamo alcuni dei nostri ultimi risultati importanti, come i primi ortaggi a residuo zero e le fragoline di bosco da stolone a frutto in soli due mesi. Una giornata pazzesca quella delle riprese, per il caldo inaspettato e la tensione nel trovare le parole giuste da dire al grande pubblico di Striscia. Quel giorno abbiamo raccontato anche altre curiosità sulla zeolite, divertendoci molto.

Il food design e la zeolite

Un designer industriale che viene chiamato da una food designer famosa a costruire un coltivatore in zeolite nel sul laboratorio… cosa chiedere di meglio? Ivana Carmenl Mottola, pioniera assoluta del food design italiano, nota per la sua Food House e i suoi intriganti e mai banali servizi di catering di alto livello, decide di costruire un giardino verticale per produrre direttamente, a centimentro zero, le spezie e le verdure da utilizzare nel nuovissimo laboratorio a Roma. E’ stato interessante realizzare una struttura in alluminio fissata a parete dove poi abbiamo agganciato i vari moduli di ZeoVertical Farm con la massima versatilità. Ivana ci ha messo in guardia sul fatto che il sistema non dovesse portar via troppo tempo per la manutezione ma io, conoscendo la zeolite e il suo potere di adsorbimento, non ho corso alcun rischio.

Seminare insegnando

Dopo il successo dei miei primi risultati, la Scuola – proprio l’istituto che ho frequentato anch’io! – inizia ad interessarsi. L’incontro con la Prof.ssa Maria Ciancio del Liceo Scientifico “Bonaventura Rescigno” di Roccapiemonte (SA) è stata un’altra tappa importante della Zeocoltura, quella della divulgazione e formazione. Con immenso orgoglio le mie idee e ricerche, grazie a Maria, hanno anche oltrepassato il confine verso altri Paesi d’Europa, attraverso il progetto “Agriculture 2.0: enhancing students’ skills to combine tradition and innovation in the agriculture sector”. È stato bellissimo vedere gli studenti così interessati alla zeolite e alle sue infinite applicazioni.

Verdesalis a Nardò

Chi l’ha detto che Facebook è solo un perditempo? E’ stato grazie al famoso social network che Gianni Casaluce, tecnico agrario e titolare dell’azienda agricola Terre Paduli, mi ha invitato a Nardò nello splendido Salento pugliese a tenere il primo corso sulla Zeocoltura. Conoscere i soci produttori di Verdesalis è stata la conferma di non essere poi così pazzo, poichè a praticare l’agricoltura naturale non ero il solo. E’ stato un weekend di confronto davvero prezioso in cui abbiamo sperimentato le zeoliti come culla di riproduzione dei batteri anaerobi che molti soci di Verdesalis utilizzano quotidianamente per i loro terreni.

Zeocoltura e BioPlant

Il progetto Bioplant nasce da un’esperienza pluridecennale maturata nel campo della nutrizione vegetale avanzata. Anni passati a garantire elevati standard produttivi e qualitativi, ma soprattutto ad assicurare la massima salubrità dei raccolti e del rispetto dell’ambiente. Zeocoltura ha scelto  BioPlant perché i suoi prodotti sono naturali e realmente efficaci, oltreché pienamente sostenibili per l’ambiente e sicuri per ogni essere vivente.

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